BE PSYCHO - FINALE
di FABIO VOLINO

 

REvolution.

Tony Stark appare teso. "Vediamo di riepilogare la situazione".
Danny Rand è insieme a lui in quello che era il suo ufficio quando era il Presidente della società ed ora appartiene al suo successore, l’assente James Rhodes.
"Sì, è necessario" dice.
"Allora, ieri un gruppo composto da quattro criminali ha attaccato la base SHIELD presso cui era ospitato Bruce Banner. Erano Fotone, Supercharger, Powderkeg e la Macchia... persino il database dei Vendicatori non ha molte informazioni su di loro. Il loro attacco era troppo ben coordinato, gli agenti SHIELD hanno riferito che molto probabilmente qualcuno guidava le loro azioni. Bruce esita, ma poi si trasforma in Hulk. E qui diventa tutto confuso: accade qualcosa e, nella giornata di oggi, sia io che tu abbiamo avuto uno spiacevole incontro ravvicinato con Bruce Banner. Oppure una nuova incarnazione di Hulk".
"Siamo dunque sicuri che fosse lui?" chiede Danny.
"Non penso sia possibile il contrario. Sfortunatamente ci mancano alcuni elementi per risolvere questo mistero".
"Anche se adesso Banner sembra comportarsi come Hulk, parte di lui è ancora presente, altrimenti non mi avrebbe salvato la vita".
"Come agiamo ora? Chiamiamo i Vendicatori?".
"Di sicuro Bruce Banner, nel suo stato attuale, attirerà presto l'attenzione. Non ci resta che attendere, sperando che non accada nulla di grave. Più che i Vendicatori serve qualcuno che riesca a curarlo dal suo attuale stato di alterazione... ed io penso di poterlo fare".
"Tu? Come?".
"Con l'Iron Fist. Non è solo uno strumento offensivo, ma anche un mezzo di guarigione".
"Solo se si tratta di ferite fisiche".
"Sei mal informato, Tony. Ho affinato le mie abilità da quando sono diventato tuo socio in affari e anche il mio pugno d'acciaio non è più quello di un tempo. Tuttavia questo Bruce è davvero veloce e mi occorre un po' di tempo perchè il processo abbia effetto e lui non starà certo immobile ad aspettare".
"Non ti preoccupare, sai che avrai un potente alleato al tuo fianco".
"Rischiamo di creare troppo caos e, con il rischio che ci vadano di mezzo alcuni passanti, preferisco portare con me anche un rinforzo. Sto parlando di Miranda".
"Tua sorella?".
"Esatto. Ha imparato a padroneggiare, anche meglio di me, un'arte della perduta K'Un-L'Un, una mossa che ci tornerà molto utile. Sto...".
In quel momento i sistemi di allarme di Tony Stark si attivano: avendo monitorato tutti i canali di informazione e dandogli alcune parole chiave, proiettano su uno schermo gigante le immagini di un uomo (la telecamera è troppo lontana perchè possa inquadrargli bene il volto) che sta gettando lo scompiglio in Times Square. Può essere Bruce Banner o meno, ma ci sono degli innocenti in pericolo. Ed è loro dovere proteggerli, pensano praticamente all’unisono i due, pensano praticamente all’unisono i due.
"Devo chiamare Iron Man" borbotta Tony.
"Non posso aspettarlo" replica Danny mentre si libera degli abiti civili e con indosso il costume di Iron Fist si getta dalla più vicina finestra. Gli bastano un paio di capriole per atterrare elegantemente nello spiazzo antistante l’edificio. Ha appena il tempo di guardarsi intorno per cercare un mezzo che lo porti a Manhattan che si ritrova afferrato per le ascelle e sollevato in volo da Iron Man.
"Credo che faremo prima se penso io al trasporto" dice il Vendicatore in armatura.

Poco dopo.

Grazie ai razzi di Iron Man, i due eroi giungono a Times Square in poco più di due minuti. L'uomo sta distruggendo la vetrina di un negozio, incurante dei vetri e delle urla che lo circondano: è come se avvertisse la presenza dei due alle sue spalle ed evita con insospettabile agilità i loro attacchi. Finalmente Tony Stark e Danny Rand hanno la possibilità di vederlo bene in volto e rimangono scioccati: le fattezze sono sì quelle di Bruce Banner, ma la postura, i lineamenti... l'espressione che ha in faccia in questo momento ricorda tanto Hulk. Le onde emotive lanciate dal congegno di Psycho-Man hanno interagito con la psiche ripristinata dello scienziato e creato una nuova personalità: il Banner-Hulk.
Banner-Hulk si lancia contro Iron Man e si aggrappa alla sua armatura. Con una forza impensabile Banner-Hulk lo trascina a terra, sconfiggendo anche la potenza dei suoi retrorazzi e fa sì che atterrando sia Tony Stark a sostenere l'impatto al suolo, poi con un altro sfoggio di forza solleva il vendicatore in armatura sopra la sua testa e lo lancia contro la parete di un vicino edificio, che viene sfondata. Il tutto in poco più di due secondi, con Danny Rand incapace di fare nulla, persino di provare incredulità, tanto l'azione è stata rapida. Così Banner-Hulk concentra i suoi attacchi su di lui e Iron Fist fa del suo meglio per evitarli.
"La sua velocità" pensa "Davvero... è qualcosa di incredibile, dovrò adottare una mossa speciale per guadagnare tempo".

MANOVRA ELUSIVA DELLA GAZZELLA AFRICANA

Iron Fist diviene agli occhi del Banner-Hulk una macchia indefinita, che si muove a sinistra e destra continuamente. La cosa lo distrae per un secondo. E Danny Rand ne approfitta: compie un balzo in avanti e centra al volto Banner-Hulk con un calcio volante magistrale, ma questo non è sufficiente nemmeno a farlo indietreggiare di un passo. Ed allora il Banner-Hulk emette un grido di rabbia, il grido che di solito fuoriesce dalla bocca del gigante di giada. Sentire quel suono, capace di gelare le ossa anche al più navigato dei supereroi, provenire da colui che esteriormente appare ancora un umano paralizza Danny Rand, che sente vicina la sua fine.
Ma la salvezza arriva, sotto forma di una ragazza. Comparendo come dal nulla, Miranda Rand fa il suo ingresso in scena e prima che il Banner-Hulk possa reagire attacca.

TOCCO PARALIZZANTE DELLO SCORPIONE DEL DESERTO

Con colpi rapidi e precisi, Miranda mira ai centri nervosi di Banner. Probabilmente nella sua forma di gigante pelleverde questo trucco non avrebbe funzionato, ma l'attuale aspetto semiumano di Banner è andato a favore della ragazza e lo scienziato rimane del tutto paralizzato.
"Ora, Danny!" grida Miranda.
Danny Rand attiva l'Iron Fist e lo piazza vicino alla fronte di Banner. C'è un tremendo feedback, ma l'eroe resiste. Avviene come una sorta di comunione mentale e Iron Fist condivide per un istante tutti i traumi infantili e adolescenziali che Bruce Banner ha dovuto subire. Se mai la parola empatia ha avuto una qualche forma di concretezza, questo istante è l'esempio migliore. Il collegamento si interrompe: Bruce grida e si allontana dalla scena, per poi svenire più avanti. Anche Iron Fist sviene e viene prontamente soccorso da Miranda.
Iron Man si riprende e va alla ricerca di Banner. Con cautela, lo scuote dal suo torpore, sempre pronto a controbattere ad un suo nuovo scatto d'ira. Cosa che non avviene.
"Uhnnn... Iron Man?".
"Sì, sono felice che tu ti sia ripreso. Forse ora potrai dirci cosa ti è successo".
"È stato Psycho-Man" spiega lo scienziato, che ritorna al suo aspetto consueto "Ha fatto attaccare la base SHIELD dove ero ospitato, poi il suo dispositivo mi ha investito con una ondata di emozioni: posso solo immaginare che questo abbia interferito con la mia psiche ricomposta di recente. Ma non ricordo nulla di quello che è successo dopo".
"Diciamo che hai... spaccato!" spiega Iron Man "Dobbiamo andare subito alla base SHIELD: ci sono degli agenti tenuti in ostaggio e ora sappiamo bene chi andremo ad affrontare".
"Danny non potrà venire" dice Miranda "L'attacco lo ha indebolito, ha ripreso i sensi solo per pochi istanti prima di svenire ancora. Io però voglio essere parte di questa missione".
"Verrò a farlo prendere da... un mio collega" ribatte Tony Stark "Poi partiremo. E penso che la forza di Hulk possa tornarci molto utile".
"Sì, è tempo di una rivincita" dice Bruce Banner.

Colorado. Base SHIELD.

Gli allarmi di prossimità della base si attivano, segnalando la presenza dei tre eroi in arrivo. I dispositivi di scramble di Iron Man non sono riusciti ad interferire.
Psycho-Man accarezza il suo dispositivo delle emozioni, poi guarda in faccia i suoi quattro lacchè, tutti preda della paura nei suoi confronti. "Chiunque siano, uccideteli".
Fotone, Supercharger e Powderkeg corrono fuori, la Macchia apre un portale. Il primo punta la sua pistola, ma prima ancora di poter inquadrare un bersaglio viene steso da un calcio ben assestato da Miranda Rand.

COLPO ANNICCHILENTE DEL CAVALLO IMBIZZARRITO

Supercharger lancia le sue scariche contro Iron Man, ma costui erige uno scudo difensivo che le blocca senza problemi. Non appena il criminale esita, colpito da questa difesa per lui inaspettata, Tony Stark centra con un preciso raggio repulsore la sua attrezzatura e la distrugge. Il feedback di dolore che ne consegue è sufficiente a metterlo ko.
La Macchia ricompare vicino a Miranda Rand e la colpisce con un pugno, un colpo leggero per lei che ha subito ben di peggio, solo che non fa in tempo ad acciuffare il criminale che costui ricompare alle sue spalle con un altro portale e la colpisce ancora. E la scena si ripete un altro paio di volte. Miranda compie un paio di salti, poi si piazza con le braccia allargate e una gamba sollevata a mezz'aria. La Macchia rinnova i suoi attacchi, ma stavolta Miranda riesce a prevederli tutti, come se avesse poteri precognitivi. Poi improvvisamente scatta e, nell'istante stesso in cui la Macchia apre l'ennesimo portale, viene afferrato e scaraventato con violenza a terra, dove rimane immobile.

MOSSA DELLA GRU MEDITATRICE DEL NILO

Iron Man prova ad avvicinarsi a Powderkeg, ma costui emette in maniera continua la sua nitroglicerina naturale e le esplosioni conseguenti non permettono al vendicatore in armatura di avvicinarsi. Apparentemente esasperato, Iron Man si lancia in alto e scompare alla vista.
"Ma cosa..." si distrae Powderkeg prima che una macchia rosso/oro lo travolga dall'alto e lo spedisca sottoterra.

In tutto questo caos, nessuno fa caso ad una esile figura che fa il suo ingresso nella base SHIELD, lasciata priva di difese. Bruce Banner vi ritrova Psycho-Man, che sta accarezzando il suo dispositivo delle emozioni.
"Ti stavo aspettando" dice il tiranno del Microverso.
"Bene, perchè stavolta sono pronto per te" ribatte Banner.
"Speravo di utilizzare la forza e la natura selvaggia del tuo alter ego per portare la distruzione nel Microverso ed emergere come unico sovrano".
"Non mi interessano i tuoi piani".
"Il mio dispositivo ti domerà".
"Nessuna di quelle emozioni ora può avere la meglio su di me. Lo stai per provare sulla tua pelle".
ODIO!
Banner diventa Joe Fixit. "Odio? Joe Fixit è una creatura che trasuda odio, è l'odio personificato. Non puoi modificare la sua natura".
DUBBIO!
Banner diventa il Professore. "Dubbio? Il Professore è una creatura dominata dalla ragione, possiede solo certezze e nessun dubbio".
PAURA!
Banner assume un'altra personalità, di una incarnazione di Hulk che è puro istinto. Non ha paura, vuole solo essere lasciato in pace. "Hulk Spacca!".
Hulk colpisce il dispositivo delle emozioni di Psycho-Man e lo distrugge. L'ondata di potere che ne consegue investe il tiranno del Microverso, la cui armatura inizia a essere preda di violenti tremori. Una scena agghiacciante che dura qualche secondo, poi l'armatura crolla a terra senza che ci sia nessun segno di Psycho-Man.
Pochi secondi dopo Iron Man e Miranda Rand irrompono sulla scena, liberando gli agenti SHIELD. Si recano poi da Bruce Banner, il quale si limita ad annuire:"L'incubo è finito".

Un paio di settimane dopo. Studio del Dr. Leonard Samson.

Bruce osserva gli attestati ottenuti dal suo caro amico in questi anni, c'è anche una foto insieme ai componenti della seconda formazione di X-Factor.
Poco dopo lo psicologo fa il suo ingresso. "Pronto al tuo check consueto?". Banner annuisce.
Lo scienziato si siede su una sedia e guarda fisso Samson, il quale dice:"Allora, raccontami un po'".
"Pensavo di avercela fatta, Leonard" ribatte Banner "Pensavo che con la mia psiche ripristinata, anche se mi fossi trasformato in Hulk questo non sarebbe stato più un problema. E mi sbagliavo: è bastata una variabile casuale e di nuovo tutto è impazzito. Mi illudevo che Hulk fosse controllabile, che non fosse solo una bestia selvaggia... e guarda cosa è successo".
"Ma hai anche salvato delle vite" gli fa notare Samson "Questo deve contare qualcosa. E lo scontro finale con Psycho-Man dimostra che hai ancora tu il controllo, che sei tu la personalità dominante".
"Sarà davvero finita o diverrò di nuovo il Banner-Hulk?".
"Questo sarai tu a deciderlo, con le tue azioni. Ora pensiamo a qualcosa di diverso, porta la tua mente altrove, in un luogo lontano. In un luogo idilliaco. Concentrati e dimmi cosa vedi".
Bruce chiude gli occhi e lascia che la sua mente vaghi, libera da ogni preoccupazione. Alla fine una immagine emerge nella sua mente.
"Vorrei poter un giorno camminare sulla spiaggia, senza pensieri, senza il timore che il mostro dentro di me voglia uscire e semini il terrore. E, spero sempre che non accada mai, anche morte. Sì, mi piacerebbe poter camminare libero... e vorrei che ci fosse una persona cara accanto a me".

Note: Termina qui questa storyline di Hulk, avete dovuto aspettare un po’ (ma se uno scompare senza dire nulla, leggasi chi ha iniziato questa saga, non è colpa nostra… uhm a ben vedere sono l’ultimo che possa dire una cosa del genere), ma alla fine la vostra pazienza è stata premiata. E ora… potete leggervi il meno frenetico e più introspettivo Hulk Annual 1 al quale il finale di questa storia si ricollega e poi… beh, ci piacerebbe dire che vi aspettano tante altre storie del Pelleverde, ma la verità è che al momento non c’è nulla in programma. Chissà, magari uno di voi che sta leggendo queste righe è il futuro scrittore: non siate timidi e proponetevi… il nostro editor-in-chief morde, ma dopo il primo boccone è sazio. Quindi continuate a controllare il nostro sito e prima o poi vedrete tornare Hulk!

FINE